mercoledì 25 maggio 2011

NON NE PARLANO PERCHE' VOGLIONO CHE TU NON TI ESPRIMA

 

In Italia si teme che le persone ricomincino a pensare seriamente con la propria testa. Negli ultimi mesi, infatti, tante sono state le vicende poco chiare soprattutto sul piano della comunicazione e dell’informazione che ci spingono a tenere alta l’attenzione sui Referendum. Siamo consapevoli che gli artisti invitati a Roma per il concerto del primo Maggio, per contratto, non hanno potuto parlare dei Referendum. Inoltre da qualche settimana stanno circolando nel web notizie poco rassicuranti sul conto della Rai, rispetto ad una presunta circolare interna all’azienda pubblica che vieterebbe qualunque programma tocchi le tematiche referendarie ed in effetti soltanto in questi ultimi giorni la Radiotelevisione Italiana si è limitata, e sempre in orari in cui l'audience è generalmente basso (in tarda notte), a mandare in onda video informativi rispetto alle modalità di votazione degli appuntamenti di Giugno, senza mai entrare nel merito. Le reti Mediaset, coerentemente con il clima che la politica di questo Governo ha messo in essere, non ne stanno parlando affatto.

L’informazione italiana, insomma, sta assumendo un ruolo determinante nel tenere a bada la coscienza critica e la sete di conoscenza di un intero popolo. La partita referendaria in quest’ottica ha una valenza pericolosa, infatti, la maggior parte delle notizie risultano essere per lo più parziali e tendono semplicemente a confondere le idee dei telespettatori. I Referendum e l’importanza reale delle tematiche poste al vaglio degli Italiani rivestono un ruolo preminente per il futuro del nostro Paese e stanno ben rappresentando la situazione di precarietà in cui versa la nostra Democrazia. Ricordiamo ancora una volta che, ad oggi, il 12 e 13 Giugno si andrà a votare per 4 quesiti e noi Giovani Democratici esprimeremo in maniera convinta e consapevole 4 SI : due SI per dire no alla privatizzazione della gestione dei servizi idrici, un SI per dire no al nucleare ed un SI per una giustizia uguale per tutti i cittadini.

Si ha paura che la gente pensi che l’acqua è un diritto fondamentale e che la gestione delle reti idriche non sia che un affare per i privati e per le multinazionali, che potrà comportare aumenti in bolletta fino al 300%, con scarse migliorie dei servizi perché i privati hanno a cuore principalmente i profitti.
Si ha paura che la gente pensi che il nucleare rappresenti ormai il passato; questo nucleare di terza generazione, importato dalla Francia, sarà abbondantemente obsoleto se questi progetti dovessero davvero vedere la luce, dato che le tecnologie mondiali già adesso sono alla quinta generazione; si evita di parlare dei danni reali del nucleare, delle radiazioni e dei dati epidemiologici attorno alle centrali a regime, anzi fa specie ascoltare l’opinione di luminari che riteniamo a questo punto asserviti ad una logica che proprio non ci appartiene; si evita di dire che le centrali programmate da questo Governo serviranno a coprire a stento l’8% del fabbisogno energetico nazionale e che i combustibili fossili che compreremo all’estero termineranno nell’arco di un cinquantennio. Di fatto la destra ha frenato sulle energie rinnovabili che riuscivano a sopperire al 15% dell’energia del nostro Paese e che noi riteniamo rappresentare il futuro. Si evita di parlare delle scorie, del loro impatto sulla salute e di come riusciranno a non creare disastri ambientali se con i rifiuti normali non si è ancora oggi riusciti a venirne a capo.

La situazione risulta oltremodo complessa, anche perché ai quesiti “epocali” che attengono a scelte politico-strategiche per il futuro della nostra Nazione, sia rispetto alla gestione delle risorse idriche che ai piani energetici, è stato accorpato un quesito “politicamente scomodo”, quello sul legittimo impedimento, che innesca indirettamente quel clima di tensione che si è respirato in questi ultimi anni sulle questioni riguardanti la giustizia e la condotta discutibile del Premier.     
Tuttavia dopo le vicende occorse recentemente sull'uso improprio del servizio pubblico di informazione da parte di Berlusconi e le successive sanzioni dell'Autorità Garante nelle Comunicazioni (che pagheremo di tasca nostra), crediamo che anche i più scettici abbiano avuto modo di comprendere in che stato di salute versi il sistema di informazione nella nostra Nazione. Sui Referendum Abrogativi è in atto un vero e proprio boicottaggio, visto che oggettivamente al fronte dei SI non esiste o è di gran lunga minoritario un fronte culturale che propenda per non abrogare le norme al vaglio dei cittadini. Dunque le motivazioni di questa strategia sono principalmente tese a tenerci “sotto una campana di vetro”: fa troppo comodo la scarsa informazione, per non permettere che si raggiungano i quorum.

Noi Giovani Democratici siamo ben consapevoli di queste e di tante altre sfumature che attengono alle tematiche referendarie e continueremo, come stiamo già facendo da oltre un mese a martellare in tal senso, per incentivare il più possibile la comunicazione rispetto alle motivazioni importanti alla base dei SI e per rendere consapevoli quante più persone in vista dei vicini appuntamenti del 12 e 13 Giugno. La nostra piattaforma mediatica www.pensiamoalfuturo.blogspot.com spiega in maniera dettagliata le ragioni per le quali ci battiamo e invitiamo i cittadini della provincia di Avellino a visitarla e appuntarsi quante più informazioni è possibile, perché su queste tematiche è necessario fare rete, coinvolgendo giovani, meno giovani e anziani. Si può benissimo pensarla diversamente, ma soltanto appropriandoci del diritto al voto potremo sentirci liberi di respirare un po’ di democrazia, perché vogliamo sentirci padroni di decidere del nostro futuro.

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