GIUSTIZIA


LA NOSTRA POSIZIONE UFFICIALE

In questo momento storico l’aggravante di un conflitto di interessi mai risolto sta pesando enormemente sul normale prosieguo dei lavori in Parlamento e sulla Magistratura, divenuta ormai ostaggio di un meccanismo sadico di aggressione mediatica sistematica che apre un’altra scottante questione rispetto agli equilibri dei poteri nello Stato.
La condotta discutibile del Premier rappresenta uno dei pochi casi al mondo in cui i problemi di carattere personale con la giustizia vengano di fatto tamponati e coperti da un lavoro ad hoc della macchina istituzionale. 
Il legittimo impedimento è una legge secondo la quale è previsto uno scudo processuale di diciotto mesi, sia per il Presidente del Consiglio, sia per i ministri al governo. Il provvedimento stabilisce che il premier può ottenere il rinvio dell'udienza dei processi in cui è imputato, perché «legittimamente impedito» dalle sue attività di governo a comparire in tribunale. Ogni rinvio può estendersi fino a 6 mesi, per un totale di 18 mesi. È sufficiente che la presidenza del Consiglio attesti l'esistenza di questo impedimento, perché il giudice rinvii il processo ad altra udienza.
La Corte Costituzionale è intervenuta bocciando la legge, affermando che il legittimo impedimento viola due importanti articoli della nostra costituzione: Art 3 e 138.
L’art 3 stabilisce che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali; mentre l’art 138 stabilisce che le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione. Con queste motivazioni la Corte ha voluto smontare la legge, affermando che palazzo Chigi non può “autocertificare” l’esistenza dell’impedimento (art 1, comma 3-4 della legge fatta da Berlusconi). L’impedimento  può essere solo certificato dai giudici.
Siamo chiaramente favorevoli ad abrogare questo quadro normativo, perché chi è chiamato a governare un Paese, deve sempre comportarsi in maniera trasparente nei riguardi del popolo italiano e deve costruire leggi che perseguano l’interesse dell’intera nazione. Siamo favorevoli ad una riforma della Giustizia seria e non strumentale, condivisa con gli enti competenti in materia.
Purtroppo l’agire del Premier e del Governo lasciano chiaramente intravedere obiettivi atti a tutelare interessi ad personam, per far sì che processi di una certa rilevanza vengano bloccati (Mediaset,Mills,Mediatrade). La legge è uguale per tutti, anche per il nostro Presidente del Consiglio. È doveroso da parte nostra e da parte dei cittadini bocciare una legge anticostituzionale concepita per esigenze di autoconservazione.

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